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Giusy Pirosa

La lavorazione del corallo: oro rosso del Made in Italy

  • 1 anno fa
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6 min

La lavorazione del corallo in Italia ha una tradizione secolare, con epicentri storici in città come Torre del Greco, in Campania Questa località è famosa per la produzione di gioielli e oggetti artistici in corallo sin dal XVIII secolo. Tuttavia, l’industria del corallo oggi deve confrontarsi con questioni di sostenibilità e regolamentazione, in particolare riguardo alla protezione delle risorse marine.

Indice dei contenuti

La lavorazione del corallo occupa uno dei settori più floridi dell’artigianato italiano, apprezzato in ogni angolo del mondo per la sua straordinaria creatività. Quando si parla di corallo, la prima cosa che viene in mente sono le coste esotiche, ben lontane da quelle dell’Italia e dell’Europa. In realtà, da sempre, i fondali dei nostri mari sono ricchi di corallo, soprattutto della varietà rossa, molto diffusa nel Mediterraneo da cui proviene il termine Rubrum che, in latino, vuol dire rosso.

Una leggenda, narrata nelle Metamorfosi di Ovidio, racconta che il corallo sia nato con Perseo che, dopo aver ucciso Medusa, si sciacquò le mani sporche di sangue in mare, trasformando le piante acquatiche nel Corallium rubrum. Infatti, quelle che possono sembrare piante dalle forme strane, sono invece colonie di minuscoli polipi che producono una sostanza calcarea, il corallo, il cui nome proviene dal greco Koraillon che significa “scheletro duro”.

Nel corso dei secoli, il corallo italiano è diventato uno dei simboli dell’artigianato e del Made in Italy e fra i gioielli più amati dalle donne che vogliono distinguersi con classe ed eleganza. Scopriamo la storia della lavorazione del corallo in Italia.

lavorazione del corallo, persone che lavorano oggetti in corallo

lavorazione del corallo, foto Facebook Corallium Rubrum Alghero

Storia e diffusione del corallo in Italia

Anche se è praticamente impossibile stabilire quando il corallo sia stato scoperto dall’uomo, è tuttavia certo che nel Neolitico veniva usato in qualità di amuleto, come testimoniano alcuni reperti rinvenuti nei luoghi di sepoltura. Tutte le antiche civiltà, infatti, hanno attribuito poteri magici e curativi al corallo: gli Egizi, ad esempio, lo usavano per i riti propiziatori, i Greci come medicinale, i Romani per fini terapeutici. Solo a partire dal XV secolo, venne inserito nei quadri con soggetti religiosi e nei reliquiari.

In questo periodo nacque la produzione di olivette e grani, detti paternostri per realizzare i rosari. La lavorazione del corallo propriamente detta, però, ebbe inizio a Trapani fra il Cinquecento e il Seicento. Gli abili maestri “curaddari” producevano oggetti in corallo inciso a bulino, sia per uso domestico che religioso, come vassoi, presepi, sculture e molto altro. Contemporaneamente, la lavorazione del corallo iniziò a prendere piede anche a Torre del Greco, in provincia di Napoli, così come ad Alghero, in Sardegna, complice l’abbondante presenza di questo elemento marino nei fondali della città sarda.

Un ulteriore sviluppo della lavorazione del corallo si ebbe intorno al Settecento, ma solo nel Novecento venne introdotto nelle gioiellerie. Grazie a grandi maison internazionali come Boucheron e Cartier, i gioielli in corallo sono stati esportati in tutto il mondo e, ad oggi, sono fra i simboli indiscussi dell’artigianato Made in Italy.

lavorazione del corallo, oggetto in corallo bianco su piedistallo

Lavorazione del corallo, foto facebook Maire D Natali

Come viene tutelato il corallo in Italia

Molto diffuso lungo le coste italiane, il Corallium Rubrum, meglio noto come corallo rosso del Mediterraneo, vive tra i 10 e i 200 metri di profondità, in un ambiente ricco di anfratti, habitat ideale per svariate specie di pesci, molluschi e crostacei. La sua crescita è molto lenta, pari a pochi millimetri all’anno. Per questo motivo, da oltre 50 anni, sono state stabilite delle regole molto restrittive per evitare un’eccessiva estrazione che ne metterebbe a rischio la sopravvivenza. Come previsto dalla legge, solo i subacquei dotati di licenza possono prelevare il corallo, condizione che rende la pesca molto selettiva.

Inoltre, per tutelare ancora di più l’ambiente marino, il Governo italiano ha limitato il numero di licenze. La norma vieta anche di pescare a una profondità sotto i 50 metri e di estrarre rami di corallo inferiori ai 7 mm. Infine, l’unico strumento consentito dalla legge per prelevare il corallo è la piccozza.

lavorazione del corallo, mani che lavorano un corallo grezzo

Corallo grezzo Foto Facebook, Corallium Rubrum Alghero

Lavorazione del corallo in Italia: come viene eseguita

La filiera della lavorazione del corallo in Italia, sia liscio che d’incisione, parte con la scelta del pezzo grezzo e prevede alcune fasi importanti per ottenere un risultato perfetto. La prima fase consiste nel lavaggio del corallo in buratti (appositi macchinari per la pulizia del corallo) con acqua e altri componenti per eliminare le scorie e far emergere il colore originale del prodotto. La seconda fase è quella della tagliatura che va eseguita a regola d’arte, per questo viene effettuata esclusivamente da professionisti.

Per quanto riguarda la lavorazione del corallo liscio, i pezzi tagliati vengono setacciati e separati per qualità, colore e dimensione. Oggi la procedura viene eseguita in tempi rapidi grazie alle macchine semi-automatiche. Invece, per quanto riguarda le incisioni, il pezzo grezzo di corallo viene arrotondato e messo in pece su dei fusi con il mastice caldo che consente all’artigiano di manovrarlo facilmente. Con l’uso di strumenti di precisione, il professionista incide il corallo dando sfogo alla sua fantasia. L’ultima fase della lavorazione del corallo è la lucidatura che richiede molta attenzione, soprattutto se viene eseguita a mano.

lavorazione del corallo, collana in corallo rossa

Collana in corallo, foto facebook Corallium Rubrum Alghero

Lavorazione del corallo: dove avviene in Italia

Dove viene eseguita, oggi, la lavorazione del corallo? Torre del Greco, Trapani e Alghero sono tuttora dei capisaldi di quest’arte, ma anche in altre località come Ischia e Sciacca il corallo è diventato simbolo dell’identità del territorio.

I gioielli di Torre del Greco a Copenaghen

A Torre del Greco, nel 1878, è stata istituita la Scuola per la lavorazione del corallo, trasformata quasi un secolo dopo in Istituto Statale d’Arte e nel 2009 aggregata all’Istituto d’Istruzione Superiore “Francesco Degni”. Attualmente, il complesso ospita, al primo piano, il Museo del Corallo, meta imperdibile per gli appassionati di artigianato e delle tecniche di lavorazione di questo prezioso elemento marino.

Ancora oggi, nella cittadina campana esistono diversi laboratori e numerose sono le famiglie che si tramandano questa arte. Fra i nomi di spicco troviamo quello degli Scognamiglio, titolari della Casco srl, specializzata nella produzione di gioielli personalizzati che uniscono design e qualità. A Torre del Greco, si trova anche la sede di Assocoral, l’Associazione Nazionale dei Produttori di Corallo, che si occupa della tutela del corallo, dello sviluppo e del marketing delle imprese, nonché della promozione dei prodotti all’estero attraverso eventi specifici.

Di recente, in occasione della Giornata Nazionale del Made in Italy, celebrata per la prima volta il 15 aprile 2024, l’Assocoral ha collaborato con l’Ambasciata d’Italia a Copenaghen per far conoscere l’eccellenza del corallo italiano. Attraverso i gioielli di corallo rosso e i cammei made in Torre del Greco, i danesi hanno avuto l’opportunità di ammirare le meraviglie create dagli artigiani che, da secoli, intagliano e scolpiscono questo materiale con passione, coniugando tradizione e innovazione.

Lavorazione del corallo, foto facebook Coralli e Preziosi

Lavorazione del corallo, foto facebook Coralli e Preziosi

Lavorazione del corallo a Trapani e i tesori del Museo Pepoli

A Trapani, ancora oggi, la lavorazione del corallo viene eseguita con antiche tecniche, nonostante siano pochi i laboratori sopravvissuti. Molti dei capolavori in corallo sono custoditi nel Museo Regionale “Conte Agostino Pepoli”, situato nei pressi del Santuario della Madonna di Trapani. Si tratta di opere create nel corso dei secoli: calici, presepi, reliquiari, scrigni, commissionati dalla Chiesa e destinati a papi e cardinali. Tuttavia, anche altri oggetti, donati in occasioni di importanti matrimoni, testimoniano la straordinaria manualità degli artigiani che si sono dedicati a questa arte con dedizione, estro e ingegno.

Fra i manufatti da ammirare si ricorda il Crocefisso realizzato da Matteo Bavera o il Paliotto architettonico (ovvero il rivestimento che ricopre la facciata dell’altare) del sec. XVII, realizzato su disegno dell’architetto Mariano Quaranta, solo per citarne alcuni.

Alghero, il Museo del Corallo e l’arte della lavorazione del corallo

Ad Alghero, la tradizione della lavorazione del corallo si tramanda nella Scuola del Corallo, fondata nel 1950, in particolare, attraverso la Sezione del Corallo dell’Istituto Statale d’Arte, seconda in Italia dopo quella di Torre del Greco. L’estrazione del corallo, al fine di preservare l’ecosistema dei fondali, avviene attraverso l’utilizzo della piccozza (e non con le reti, come in passato), per un massimo di 25 volte e solo nel periodo che va da maggio a ottobre.

Per celebrare l’arte e la lavorazione del corallo è stato, inoltre, istituito il Museo del Corallo, situato all’interno di Villa Costantino, uno splendido edificio in stile Liberty dove è possibile ammirare inediti e preziosi oggetti realizzati non solo da mani esperte, ma anche dagli studenti della Scuola del Corallo.

lavorazione del corallo, mani che lavirano del corallo rosso

Lavorazione del corallo, foto facebook Coralli e Preziosi

Il corallo di Sciacca, una varietà unica al mondo

Per concludere questo viaggio, va sicuramente menzionata la Sicilia, in particolare la cittadina di Sciacca, in provincia di Agrigento.

Il corallo di Sciacca, proveniente dall’Isola Ferdinandea, un vulcano sommerso situato a 30 miglia dalla costa della località siciliana, è una varietà unica al mondo per le sue tonalità che spaziano dall’arancio intenso al rosa-salmone pallido, contraddistinte da macchie scure, a volte anche nere, che attestano la sua origine vulcanica.

La città vanta maestri corallari che hanno riportato in auge le antiche tecniche di lavorazione del corallo, combinandolo con gemme preziose, per dare vita a gioielli di splendida fattura e dalle forme originali.

Nel 2013, infine, è nato un consorzio, il Corallo di Sciacca, per tutelare il pregiato elemento marino e promuovere i metodi di lavorazione artigianali nel mondo.

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